lunedì 12 ottobre 2009 legge Vincenzo Consolo | |
"In questo breve racconto si narra della prigionia in Algeri di due poeti, Cervantes e Veneziano. Ma si vuole anche significare, soprattutto attraverso Cervantes, la terribile vita che si conduceva allora, nel '500, tra le sponde del Mediterraneo, in questo spazio dove si svolge il grande poema omerico e dove sono nate le prime grandi civiltà della storia umana. Terribile vita allora, nel '500, tra le sponde del Mediterraneo. E terribile di nuovo oggi, dopo cinque secoli, per le tragedie quasi quotidiane che tra queste sponde si consumano. Tragedie di poveri infelici che fuggono da luoghi di guerra, di malattia e di fame e che cercano salvezza in questo nostro mondo di opulenza e di alienazione. Infelici che spesso trovano la morte per acqua, come l’eliotiano Phlebas il Fenicio, naufragano presso le sponde di Sicilia e di Spagna. E con dolore dunque possiamo ripetere le parole di Fernand Braudel, riferite all’età di Filippo II: "In tutto il Mediterraneo l’uomo è cacciato, rinchiuso, venduto, torturato, e vi conosce tutte le miserie, gli orrori e le santità degli ‘universi concentrazionari’".
|
I testi di tutte le letture fatte dall'associazione ogni lunedì sera dal 2001 al 2013, prima presso l'Arci Villone di via Bastia, poi al Circolo Pavese di via del Pratello. A Bologna. Su ideazione di Paolo Bollini e Isa Speroni.