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“C’è movimento, nella Rete” Leozappa, Grillo, Baldini, Mascia




lunedì 14 marzo 2011 legge Felice Spampinato
Il web 2.o e i social network come Facebook stanno cambiando il modo di rapportarsi della gente con le comunità in cui vivono. Questo cambiamento non riguarda solo gli americani (solito oggetto delle attenzioni dei giornali italiani) ma anche milioni di cittadini della nostra penisola. Grazie ai social network, molti italiani,soprattutto under 50, evadono l’isolamento storico prodotto dal lavoro contemporaneo e dalla televisione e passano ore della propria giornata in continua comunicazione digitale con i propri amici. Una parte considerevole di questa popolazione online sta inoltre sfruttando i social network anche per dare slancio alla propria passione politica e dalla rete sono nati movimenti politici “liquidi” come il Popolo Viola e il “Movimento 5 stelle”.


Giuseppe Leozappa, Sesto potere. Internet e politica, www.sanvitoinrete.it

Non so se gli operai inglesi del XVIII secolo, all’alba della Rivoluzione industriale, fossero coscienti di quanto la macchina a vapore o la spoletta volante avrebbero cambiato le sorti dell’Umanità nel corso dei secoli successivi. Bene, forse non ve ne siete resi conto, anche noi siamo in un momento magico: la III Rivoluzione della Comunicazione. Dopo la stampa a caratteri mobili di Gutenberg e la radio-televisione, oggi c’è Internet.

DiarioAperto 2009, Indagine 2009, www.diarioaperto.it
Facebook & co. stanno cambiando il modo di rapportarsi della gente con le comunità in cui vivono. Questo cambiamento non riguarda solo gli americani (solito oggetto delle attenzioni dei giornali italiani) ma anche milioni di cittadini della penisola ritratti in questa ricerca ideata da Swg. Grazie ai social network, molti italiani under 50 evadono l’isolamento storico prodotto dal lavoro contemporaneo e dalla televisione e passano ore della propria giornata in continua comunicazione digitale con i propri amici.
Una parte considerevole di questa popolazione online sta inoltre sfruttando i social network per ripensare la propria posizione professionale nella propria città e nel resto d’Italia, dare slancio alla propria passione politica e, in altri casi, trovare nuovi amici e cose da fare nel luogo dove vivono.

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I DUE MOVIMENTI POLITICI ITALIANI NATI DALLA RETE:
? MOVIMENTO 5 STELLE
? POPOLO VIOLA




MOVIMENTO 5 STELLE
Beppe Grillo, A riveder le stelle, Rizzoli 2011 pp.185-190
Le tappe che hanno portato alla costituzione del Movimento Cinque Stelle sono numerose e si dipanano nell'arco di un quinquennio; da quando cioè Beppe Grillo ha cominciato a sfruttare appieno le potenzialità della Rete fondando il suo blog.
Il 26 gennaio 2005, infatti, intuendo le capacità del cosiddetto web 2.0, Beppe Grillo, forte delle esperienze dei suoi spettacoli sempre volti a scuotere le coscienze sui temi dell'ambiente, sulla salute, sulle nuove fonti energetiche, dà vita a Beppegrillo.it. L'intento non è esclusivamente quello di tenere un diario on-line, ma di fare diventare il sito il terminale e il megafono di idee, ricerche, proposte, commenti per chiunque. Ed è proprio questa forma di gestione democratica del mezzo che sancisce il successo del blog.
In breve il sito diventa la base di un movimento spontaneo che di lì a poco sarebbe uscito dalla Rete.
Infatti, il passo successivo è stata l'idea di dare la possibilità agli utenti del blog di incontrarsi, crescere, proporre iniziative anche fuori dal web, attraverso il lancio della piattaforma Meetup.
Il 16 luglio 2005, quindi Beppe Grillo dà l'annuncio della creazione del suo Meetup “Gli amici di Beppe Grillo”. Attraverso questo sito diventa possibile “organizzare in modo semplice incontri tra persone interessate a un argomento in ogni parte del mondo”. Attualmente i gruppi Meetup che fanno riferimento a Grillo sono 386 e gli iscritti più di 75.000 in tutto il mondo. L'organizzazione dei Meetup è simile a quella di un club; gli iscritti sanno che, per esempio, a Napoli, Milano, Amsterdam, Los Angeles, possono incontrare, discutere le proposte e partecipare ai progetti dei Meetup locali, accolti come all'interno di una famiglia allargata.
In seguito, grazie anche alla capillarità dei Meetup, nel 2006 prende vita l'iniziativa delle “Primarie dei Cittadini”; l'intento è quello di consultare i cittadini per realizzare un programma che parta dal basso. Grillo, grazie anche all'aiuto di una serie di specialisti – dal campo dell'energia, a quello dell'economia, dall'informazione all'architettura – e dopo aver consultato e passato al vaglio le idee provenienti dai frequentatori del blog, ha stilato un vero e proprio programma politico, i cui punti fondamentali sono: energia, sanità, informazione, economia.
Alla fine di questo primo percorso, una bozza del programma è stata pubblicata online affinchè gli internauti potessero ancora coadiuvare alla sintesi e alla stesura finale. Infine, i punti delle “primarie dei cittadini”sono stati consegnati all'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi affinchè ne affrontasse la discussione al Consiglio dei Ministri, e nella speranza che quelle proposte si tramutassero in altrettanti disegni di legge. Le proposte finirono in un cassetto.
Il cammino di Grillo, nonostante tutto - critiche, mistificazioni, tentativi di sabotaggio - va avanti.
Il 26 giugno 2007 infatti Grillo tiene un discorso al Parlamento europeo, a Bruxelles, nel quale evidenzia numerosi problemi del panorama politico italiano, primo fra tutti il fatto che tra i banchi di Montecitorio siedano parlamentari condannati in via definitiva.
Il discorso a Bruxelles è solo il preludio a quanto accade due mesi e mezzo dopo, l'8 settembre 2007, in quella che probabilmente è la tappa fondamentale del tragitto che porterà alla costituzione del Movimento Cinque Stelle: il V-Day.
Quel giorno, in varie piazze italiane, si è tenuta una raccolta di firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare:
1. Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale;
2. Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature;
3. I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.
L'eco di questa iniziativa è stata vastissima. Le firme raccolte sono state circa 350.000. Il 14 dicembre le proposte sono state consegnate all'allora presidente del Senato Franco Marini. La fine della legislatura ha però rallentato l'iter per la presentazione parlamentare, per cui ancora adesso le tre proposte giaccono protocollate in attesa di essere discusse.
Dal primo V-day, le iniziative politiche del Meetup e di Beppe Grillo in persona si sono moltiplicate. Il 23 febbraio 2008, per esempio, il Meetup di Napoli ha organizzato il Giorno del rifiuto, ricordato anche come Monnezza Day, in cui si è manifestato, denunciato e si è cercato di far luce sullo scandalo dei rifiuti che sommergono mezza Campania.
Sempre nel 2008, il , viene organizzato il secondo V-day. Questa volta a favore di un'informazione libera. Da sempre infatti i temi “scomodi”trattati da Grillo, soprattutto quelli che vanno a ledere il potere della casta politica e dei grandi gruppi finanziari, hanno – per usare un eufemismo – poco peso nei vari organi di informazione, soprattutto stampa e televisione. “Libera informazione in libero Stato” è il motto del secondo V-day, il cui obiettivo è quello di raccogliere un numero sufficiente di firme per proporre un referendum abrogativo su tre leggi:
? Abolizione del finanziamento pubblico per l'editoria;
? Abolizione dell'ordine dei giornalisti;
? Abolizione della legge Gasparri sulla riforma generale del sistema radiotelevisivo.
Anche questo secondo D-Day è stato un successo, sebbene quasi completamente ignorato dalla stampa italiana. Si riescono a raccogliere 1.350.000 di firma, molte delle quali però, al momento della consegna alla Corte di Cassazione, vengono contestate e ritenute non valide. Così, dopo il giudizio della Cassazione – impossibile però da riscontrare, visto che non è stato possibile “controllare il controllore”- le firme raccolte non sono sufficienti a raggiungere il quorum.
Bisogna tuttavia considerare che la risposta in termini di presenze alle iniziative politiche di Grillo sono un fenomenale risultato politico. Ed è proprio da una valutazione del genere, che nasce l'idea e la voglia di fornire un contributo politico reale.
Le elezioni amministrative dell'aprile 2008 diventano quindi il trampolino di lancio per liste civiche promosse e certificate da Grillo. Le Liste Civiche a Cinque Stelle si basano per l'appunto su cinque punti fondamentali: ambiente, acqua, sviluppo, connettività, trasporti.
La filosofia che sottende la presentazione dei candidati è molto semplice; qualunque candidato “certificato” venga eletto porterà con sé la coscienza, i consigli e la condivisione delle esperienze di migliaia di persone che potranno riferirsi e dialogare con lui attraverso la Rete. Basta un solo consigliere del Movimento all'interno di ogni Consiglio comunale affinchè tutti possao vedere, dibattere, proporre e vivere in diretta quanto avviene nei governi cittadini, troncando così sul nascere i giochini di lottizzazione e clientele che distruggono l'Italia. Il successo arride alle Liste Civiche a Cinque Stelle, che riescono a piazzare ben quaranta consiglieri.
L'ulteriore passo avanti verso quello che è a tutti gli effetti un modo nuovo e democratico di fare politica, si compie l'8 marzo 2009 con la presentazione della Carta di Firenze: dodici punti per un comune a Cinque stelle con proposte a difesa dell'acqua pubblica, per l'espansione del verde urbano, per un efficiente piano di trasporti pubblici, a favore della connettività gratuita per i residenti e altro ancora.
Il 6 e 7 giugno 2009 si sono svolte le elezioni europee; per l'occasione il blog di Grillo, sempre in seguito a varie considerazioni che hanno coinvolto migliaia di utenti, decide di appoggiare le candidature di Luigi De Magistris e Sonia Alfano. E' bastato questo a far sì che non solo i due venissero eletti, ma che risultassero anche tra i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di preferenze: Luigi De Magistris ne ha ottenute mezzo milione divenendo così il parlamentare più votato di tutta Europa.
Nel prosieguo dell'estate 2009, Beppe Grillo ha poi lanciato in Rete quella che probabilmente è stata la più provocatoria e osteggiata delle sue campagna; la candidatura a segretario del Partito Democratico. La “casta” si è chiusa a riccio, rigettando il virus Grillo, rifiutandogli la tessera del partito con il solo risultato di mettere in evidenza quanto gli establishment dei partiti siano completamente scollati dalla realtà.
Poi finalmente il 4 ottobre 2009, al Teatro Smeraldo di Milano, tutti i vari esponenti cresciuti intorno al blog di Grillo, Meetup, rappresentanti delle Liste Civiche a Cinque Stelle, eletti al Parlamento europeo, oltre che Beppe Grillo stesso, si sono dati appuntamento per la nascita del Movimento Cinque Stelle, in vista delle elezioni regionali del marzo 2010.
Candidati del Movimento si presenteranno in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Campania. L'obiettivo dichiarato è quello di piazzare almeno un consigliere in ogni regione. Il Movimento Cinque Stelle è di fatto una “Non-Associazione”, con un “Non-Statuto”, rappresenta una piattaforma e un veicolo di confronto e ha il suo epicentro nel sito Beppegrillo.it Il Movimento non prevede nessuna forma di finanziamento né il versamento di alcuna quota di adesione; non è quindi un partito politico né intende diventarlo in futuro.
Poche e fondamentali sono le caratteristiche richieste ai candidati del Movimento: devono essere cittadini italiani, incensurati e non devono risultare iscritti a nessun partito politico.
Chiaramente le elezioni regionali sono solo l'ultimo passo di un cammino che si intende ancora molto lungo. La forza di Beppe Grillo, del blog, del Movimento è quella di essere un laboratorio di idee in perenne attività, è la Rete, che permette la condivisione continua delle conoscenze, è la trasparenza, necessaria per far sì che a ogni idea segua spontaneamente un referendum propositivo in tempo reale e continuo.
Luca Baldini, Populismo e Antipolitica. Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle (Tesi di laurea in Scienze Politiche-Alma Mater Studiorum- Università di Bologna- -anno accademico 2009-2010)

PROVE ELETTORALI :
Alle elezioni regionali siciliane del 13/14 aprile 2008 la lista “Amici di Beppe Grillo” si attesta sull'1,7%59. Alle elezioni comunali di Roma del 2008 la lista civica “Amici di Beppe Grillo lista civica” tocca il 2,6%60. Alle elezioni comunali di Treviso del 2008 una lista collegata al nome di Beppe Grillo (grillitreviso) elegge un consigliere comunale, il primo, con il 3,6%61 delle preferenze. Il 28 novembre 2008 Grillo annuncia la creazione del simbolo “Liste civiche Cinque stelle” per le amministrative del 2009. Tali liste si presentano in più di trenta comuni, tra cui Bologna, Ancona, Ferrara, Forlì, Cesena, Reggio Emilia, Livorno, Rivoli. Riescono a far eleggere 23 consiglieri. Il 9 settembre 2009 viene varato il “Movimento 5 Stelle”, espressione nazionale delle liste elettorali collegate a Beppe Grillo. Il Movimento 5 Stelle partecipa alle elezioni regionali e amministrative del 2010. Presenta propri candidati governatori in cinque regioni su tredici (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania)62, e in dieci comuni, tra cui tre capoluoghi (Bolzano, Venezia, Matera). Raccoglie poco meno di 400 mila voti nelle cinque regioni (2,9% dei voti validi) ed elegge quattro consiglieri regionali, due in Piemonte e due in Emilia-Romagna. Le percentuali del Movimento oscillano fra l'1,3% e il 6% (si veda tabella). I relativi candidati alla presidenza hanno invece ottenuto una media del 3,5%.
Il picco di consenso viene raggiunto in Val di Susa, nel piccolo comune di Bussoleno,dove, complice la protesta No Tav, il Movimento sfiora il 30% dei voti ed è la prima forza politica63. Nei comuni dov'era presente per il rinnovo del consiglio comunale i risultati sono oscillati fra il 2% e il 10% con una media del 3,6% e l'elezione di due consiglieri comunali a Voghera (con il 9,9% delle preferenze) ed uno a Cesena, Desio, Faenza e Venezia. Dall'analisi dei risultati elettorali si può affermare che a livello nazionale (considerando le 5 regioni dove sono state presentate le liste) il Movimento 5 Stelle ha ancora un peso piuttosto scarso all’interno del panorama partitico.
Tuttavia esistono realtà locali in cui il movimento ha ottenuto ottimi risultati, se non veri e propri trionfi come nel caso del comune della Val Susa. Questi exploit nascono da questioni puramente locali, come la forte protesta civile nei confronti della TAV. I risultati delle elezioni comunali mostrano che il Movimento è presente solo in realtà circoscritte, soprattutto del nord Italia Questo
radicamento a “macchia di leopardo” dipende dalla maggiore o minore attività dei gruppi meetup “amici di Beppe Grillo” e dalla presenza o meno di eventi che generano lo scontento popolare a livello locale.
Le due regioni dove il movimento è riuscito ad eleggere dei consiglieri regionali sono importanti per due motivi distinti. In Piemonte65 lo scarto tra i due candidati presidente che hanno raccolto il maggior numero di voti è molto scarso, solo lo 0,4% dei voti. Questa piccola differenza ha assegnato, di fatto, al Movimento 5 stelle un ruolo decisivo per stabilire l'esito delle elezioni.
In questo caso,essendo plausibile l'ipotesi che la maggior parte dei voti che il movimento raccoglie provengano da elettori di sinistra o di centrosinistra, la sconfitta della presidente uscente Mercedes Bresso è imputabile al travaso di voti verificatosi dalla sua coalizione al movimento; a maggior ragione se si prende in considerazione il fatto che durante la campagna elettorale gli attivisti del
Movimento hanno concentrato i loro attacchi proprio contro la candidata del Partito Democratico. Attacchi al limite della correttezza, come nel caso in cui viene diffuso in rete un video amatoriale in cui, con un'operazione di montaggio e stravolgendo il significato, una frase rivolta dalla Bresso disse in passato a una manifestante anti TAV.
In Emilia Romagna invece si può notare un vero e proprio boom di voti.Nonostante il candidato del Partito Democratico sia ancora molto forte, in questa regione il centrosinistra ha registrato un forte calo dei consensi dovuto soprattutto alla grande crescita dell'astensionismo. Ne ha tratto vantaggio anche il Movimento 5 Stelle, (per via dell'abbassamento del numero assoluto di voti per ottenere un seggio). Sebbene i risultati a livello nazionale non siano tali da far pensare a un impatto importante nel panorama politico, questo potrebbe accrescersi qualora il Movimento decidesse di candidare qualche esponente alle prossime elezioni politiche.

25-26 settembre 2010 - Woodstock 5 Stelle www.beppegrillo.it

L'incontro di Cesena ha avuto in due giorni 5 milioni di contatti via Internet, Un record assoluto per l'Italia, meglio della maggior parte dei canali televisivi nazionali. La televisione e la sua capacità di influenzare l'opinione pubblica sono al tramonto. I leader non servono, non sono mai serviti, sono arrivisti pieni di sé come un tacchino il giorno del Ringraziamento. Il M5S ha una struttura orizzontale, senza vertici, di persone incensurate che si riconoscono negli obiettivi sociali, nel programma, ognuno conta uno, ma chi non muove il culo e non si impegna continuerà a contare zero.
Il M5S a Cesena, per l'incontro Woodstock 5 Stelle ha riciclato il 91% di una quantità di materiale pari a quella della città di Forlì. Erano presenti 180.000 persone e il parco è stato lasciato immacolato. I materiali riciclabili sono stati pagati 5.000 euro al M5S da una società specializzata in riciclo di Vedelago.
I rifiuti non esistono, esistono invece gli interessi dei partiti e della Confindustria con la creazione di discariche e di inceneritori.
I soldi non sono necessari per fare politica, il M5S ha rifiutato i contributi elettorali di 1.700.000 euro per le regionali, mentre gli altri partiti incassano un miliardo di euro. Ogni voto al M5S, grazie a donazioni volontarie di circa qurantamila euro in tutto, è costato 0,8 centesimi e nulla ai contribuenti. I media tradizionali non sono più indispensabili per fare politica. La Rete li sta sostituendo. Vorrei fare qualche critica, ma a questo ci pensano gli altri, inventare balle è il loro mestiere. Non so come finirà, ma il seme è stato gettato, la politica non è un mestiere, ma un dovere civico.
Un "In alto i cuori" per i ragazzi e le ragazze del M5S che hanno contribuito a bloccare la TAV in Val di Susa e la cementificazione del Canavese, vietato la costruzione di centrali nucleari in Emilia Romagna, introdotto la raccolta differenziata, il wifi e la ripresa in diretta delle sedute dei consigli comunali in molti comuni dove sono stati eletti. Il M5S ha dimostrato coi fatti alcune cose, inconcepibili per l'italiano medio e i partiti. Le elenco. La politica si può fare per spirito civico, con stipendi adeguati alla media degli stipendi italiani e per un massimo di due legislature, poi si ritorna al proprio lavoro.
Il cittadino è entrato direttamente in politica con il M5S e ci resterà. E' una previsione e insieme un augurio per l'Italia.
Luca Baldini, Populismo e Antipolitica. Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle (Tesi di laurea in Scienze Politiche-Alma Mater Studiorum- Università di Bologna- -anno accademico 2009-2010)

UNO SGUARDO DALL’INTERNO :
Fondato dal suo attuale leader Beppe Grillo,il Movimento 5 Stelle è l’ufficializzazione e la standardizzazione delle varie liste civiche che si sono create sotto l’egida del comico genovese. Ogni realtà territoriale si crea dall’aggregazione dal basso di cittadini che decidono di impegnarsi attivamente sul proprio territorio, accumunati dalla condivisione delle istanze sollevate dal comico,.
L’ordinamento interno si basa su un regolamento (definito non statuto) composto da sette semplici articoli. Dalle norme del regolamento si apprende che non esiste una sede fisica del movimento, bensì solo una sede virtuale, il sitowww.beppegrillo.it. L’articolo 3 definisce le norme che regolano i diritti d’uso del contrassegno: Essi appartengono nominalmente a Beppe Grillo e non ad una carica interna al movimento.
Ciò evidenzia due aspetti importanti dell’organizzazione:
1) non esiste la possibilità che qualcun altro al di fuori di Beppe Grillo possa assumere, in seguito a votazioni democratiche interne, la guida del movimento e quindi il diritto d’uso del contrassegno;
2) Beppe Grillo con questo diritto personale ha potere discrezionale assoluto sulla su chi si possa candidare, potendo scegliere chi può utilizzare il contrassegno per concorrere alle elezioni. All’articolo 5 è descritta la forma di adesione: non esiste tesseramento; per aderire basta registrarsi al sito beppegrillo.it, il movimento è aperto a qualunque cittadino che non sia iscritto a nessun partito o associazione che abbiano un oggetto o delle finalità in contrasto con quelli prima descritti.
In questo modo il movimento è aperto a chiunque, lasciando la possibilità della così detta doppia tessera, già sperimentata dal Fronte dell'uomo qualunque di Giannini e dal Partito radicale di Pannella.
L’adesione al movimento non prevede nessun tipo di esborso monetario, non è prevista, infatti, nessuna forma di finanziamento, tranne quella volontaria delle sottoscrizioni presenti nel sito e destinate di volta in volta a finanziare delle singole iniziative o manifestazioni. Il leader del movimento, come il consigliere regionale Giovanni Favia intervistato per questa tesi, affermano di voler tenere i soldi al di fuori dell’attività politica per due motivi: il primo è che il potere economico va irrimediabilmente a distorcere lo scopo dell’azione politica deviando dal suo naturale obiettivo, cioè il bene comune; il secondo è che i soldi non sono necessari, in quanto gli unici elementi necessari sono le idee,l’impegno e la passione.
Scelte eclatanti del movimento sembrano confermare l’effettiva fede nei principi appena descritti da parte degli esponenti di questo movimento (come l’aver totalmente rinunciato ai rimborsi elettorali pari quasi 1 milione e mezzo di euro, o l’essersi auto ridotto lo stipendio da consigliere da 7-8 mila euro a 2500 -anche se in campagna elettorale il giovane Favia prometteva di accontentarsi di 1.300 euro al mese).
Eppure ciò risulta piuttosto demagogico se si considera che il Movimento 5 stelle ha spese ridottissime in quanto concentra quasi la totalità della sua azione attraverso la rete, e i grandi eventi sono organizzati, e probabilmente interamente, finanziati da Beppe Grillo. Inoltre il comico, essendo un personaggio molto famoso per i suoi show,spesso ottiene spazi televisivi in trasmissioni di attualità e approfondimento da dove effettua veri e propri comizi, come nella trasmissione “Annozero” di Santoro.
L’ultimo articolo del regolamento, il numero 7, disciplina le procedure di designazione dei candidati, ma risulta molto vago e si lascia la possibilità di
decidere, di volta in volta, in base al tipo di consultazione elettorale e all’esperienza maturata nel tempo.
Un altro documento del movimento è la cosiddetta “carta di Firenze”. L'8 marzo 2009 a Firenze si svolge il primo incontro ufficiale tra le liste civiche promosse da Beppe Grillo. Dalla redazione della "Carta di Firenze" ogni lista s’impegna a sostenere e promuovere in maniera trasparente diversi temi. Inoltre, i candidati non devono aver subito condanne in via definitiva, né essere stati
eletti per più di due mandati e devono essere residenti nel comune per il quale sono candidati. La carta di Firenze è solo una sorta di prologo di quello che diventerà poi il programma del Movimento 5 Stelle51, reso noto il 4 ottobre 2009.
Questo programma è, comunque sia, una linea guida generale degli obbiettivi che il movimento si prefigge a livello nazionale, anche se poi per ogni candidatura verrà redatto un programma ad hoc. Per cercare di capire meglio il funzionamento del movimento ho intervistato il candidato eletto che ha raccolto più voti alle scorse elezioni regionali, il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Giovanni Favia. Ho strutturato l’intervista in quattro punti: struttura del movimento; relazioni politiche tra Beppe Grillo e il Movimento; la base del movimento; le alleanze elettorali; ho posto infine fatto una domanda inerente l'argomento principale di questo lavoro: populismo e antipolitica e Movimento 5 Stelle.
Dalle risposte di Favia si apprende che il movimento non ha una struttura definita. La base del movimento è composta dagli aderenti fisicamente presenti alle iniziative e manifestazioni del movimento.
L'impegno in prima persona è l’elemento di valutazione dei militanti, definiti dallo stesso Favia “gli attivi”. Le modalità di scelta dei candidati sembrano funzionare attraverso la votazione in assemblee degli aderenti senza specifici quorum o precise prassi.
Il candidato solitamente è scelto per acclamazione, in base al suo impegno attivo nel movimento. Non é ben chiara la procedura attraverso cui il programma è redatto e approvato, Favia parla di redazione collettiva, tra assemblee reali e virtuali, e nega che sia necessaria una votazione di approvazione. Per quanto riguardano le relazioni politiche con il comico ligure, il consigliere definisce Grillo “il leader carismatico del movimento”, ma nega che Grillo intenda prendere la guida politica.

Anzi, Favia sostiene che affermare che Grillo voglia prendere l'effettiva leadership del movimento è un tentativo di screditare il movimento stesso. Probabilmente Favia intende dire che così facendo Grillo verrebbe meno a uno dei principali capisaldi del movimento53, contraddicendo ciò che lui stesso ha continuamente affermato. Il Consigliere Giovanni Favia dichiara che in tutti i partiti vi è una disciplina dell’uso del contrassegno elettorale, evitando di soffermarsi sul dato che i diritti d'uso del contrassegno del Movimento 5 Stelle sono nominali e non legati ad una carica interna.
Afferma in seguito che il potere discrezionale che Grillo conserverebbe non sussiste, poiché i principi che guidano la scelta di un candidato sono chiari a tutti gli aderenti, quindi non vi sono veti.
Alle domande sulla base del movimento, Favia conferma che l’impegno attivo nel movimento è un elemento fondamentale per far parte della base.
Per ciò che riguarda i presunti contrasti tra la base e Grillo ipotizzati da “L’espresso”54. Favia afferma di non essere a conoscenza del caso di Napoli. Sostiene inoltre che il movimento deve stare attento a tentativi di persone esterne di salire sul carro dei vincitori senza averne fatto parte. Non è chiaro chi debba decidere chi ne possa far parte, se Grillo o la cosiddetta “base degli attivi”. In quanto alle polemiche sorte, dopo il voto regionale, sulla scelta di essere il consigliere della provincia di Modena (Favia era stato eletto come capolista sia a Bologna sia a Modena), Favia ricorda di aver replicato insieme al suo collega De franceschi
alle rivelazioni de “L’espresso” relative alle presunte polemiche che tale scelta sembrerebbe aver scatenato da parte della base di Modena. I due consiglieri eletti sostengono che il movimento ha eseguito votazioni “secondarie” decidere quale candidato avrebbe dovuto occupare il posto lasciato libero da Favia.
Nell'intervista infine Favia afferma che con dei partiti diversi da quelli presenti alle elezioni regionali 2010 il Movimento 5 Stelle non esclude possibili alleanze.Afferma di guardare con interesse a tutti i movimenti dei cittadini, come ad esempio il “popolo viola”, rispetto al quale evita di approfondire il tema dell'esistenza di relazioni politiche. Nel commentare il fatto che Grillo e il
Movimento 5 Stelle sono spesso tacciati di populismo dalla stampa e sono considerati espressione dell’antipolitica, Favia afferma che, al contrario, il movimento è per il ritorno alla vera politica, quella delle proposte concrete.
Proposte fatte dal Movimento, spesso vengono copiate dalle altre formazioni politiche. Viene sottolineata inoltre la diversità del movimento rispetto ai partiti, riaffermando la linea che Grillo ha tenuto nella sua ultima apparizione televisiva ad Annozero, ovvero che il movimento è l’unico soggetto politico ad aver rinunciato ai rimborsi elettorali.

IL POPOLO VIOLA
Gianfranco Mascia, Il Libro Viola, Storia del Movimento NO B-Day, B.C. Dalai editore 2010
PP.11-13-14-15-16-93-94-113/ 136-140.
So che anche tu vorresti capire da dove viene tutta questa voglia di viola.
Che senso ha e come è maturata questa cosa che a sminuirla la chiami protesta e a esaltarla manifestazione.
Questa cosa che è riuscita a entrare nell’immaginario collettivo e che mi spinge addirittura a scrivere «il Libro Viola».
Questa cosa che ha origini lontane e che trae la sua linfa da un’anomalia tutta italiana.
Questa cosa che ha avuto una parola d’ordine semplice semplice, ma che nessuno ultimamente si permetteva di pronunciare, una parola di 4 sillabe che è prepotentemente balzata agli onori della cronaca politica: Dimissioni.
E un colore, il viola.
Un colore allontanato e bistrattato, respinto e dimenticato.
Un colore che è come quando sei bambino e dipingi con gli acquarelli: usi il rosso per i tetti, l’azzurro per il cielo, il marrone per la terra. Poi guardi la tavolozza rudimentale e vedi che tutti questi colori si sono mischiati e rimane solo il viola.
La sintesi di tutti gli altri colori.
Il viola è trasversale e nello stesso momento unico, perché rappresenta la frequenza più alta e la lunghezza d’onda più corta.
È il colore degli estremi ma non degli estremismi.
Il viola è lo spirito, lo trovi a metà strada tra la terra e il cielo, tra la passione e l’intelligenza, tra
l’amore e la saggezza.
Il viola rappresenta quindi la mediazione, è la concretezza che deriva da una energia pura e
spirituale, una voglia di fare e di capire mai ideologica.
Per questo il viola è diventato il «nostro» colore.
Prima ancora del Popolo Viola c’è stata l’esplosione e la diffusione del viola nella moda.
Lo hai visto dappertutto, nonostante si dicesse che portasse sfiga.
Che dici? Anche tu lo indossavi prima del 5 dicembre 2009?
Prima che – agli occhi del mondo – venisse sdoganato come colore benaugurante?
Certo, questo è il segno che l’intelligenza collettiva aveva cominciato ad agire ben prima del No Berlusconi Day.
Noi non abbiamo inventato niente, tutti insieme, collegati in Rete, abbiamo solo tirato le fila di qualcosa che – prima o poi – doveva esplodere, perché c’era un’esigenza di politica grande come una casa, altro che antipolitica.
L’antipolitica e la disaffezione progressiva dell’elettorato italiano sono l’effetto causato da una classe dirigente inadeguata a captare gli umori, le esigenze e le aspettative degli elettori. In Italia i partiti hanno fallito a destra e a sinistra, per non parlare del centro, perché non hanno saputo leggere la realtà senza le lenti deformate delle ideologie o degli interessi corporativi.
Queste pagine offrono la mia personale ricostruzione di come sono andate le cose in questi sedici anni di Berlusconi al potere e raccontano anche come mi sono ritrovato in mezzo a questa rivoluzione viola.
[...]
Perché la voglia di uscire dall’anomalia italiana è trasversale e la voglia di guardare a un futuro diverso è micidiale, così come micidiale è la voglia di non essere più spettatori passivi del teatrino tipico della politica italiana, in cui i leader dei nostri partiti sono più attenti a come apparire in tv o a duellare a colpi di dichiarazioni riprese dalle varie agenzie stampa, piuttosto che badare ai problemi reali del Paese.
Hai visto come la maggior parte dei partiti e dei loro dirigenti siano rimasti spiazzati prima e, soprattutto, dopo il 5 dicembre 2009, quando un intero Popolo si è messo in marcia, dopo essersi autoconvocato e autorganizzato senza chiedere il permesso a nessuno, solo utilizzando Internet e i social network?
Li abbiamo spiazzati….”