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Destinatario sconosciuto - Katherine Kressman Taylor


lunedì 26 gennaio 2009 leggono Valentina Babini, Elena Rizzo Nervo, Carlo Alberto Pacilio   
Martin, tedesco, e Max, ebreo americano, sono due amici fraterni e soci di affari. Siamo nel 1932. L'ombra dellla storia si proietta sul loro destino. Con l'avvento di Hitler i contrasti ideologici precipitano fino a un punto in cui l'amicizia, la solidarietà, l'affetto smettono di esistere e i sentimenti umani lasciano posto alla forza devastanate dell'odio e della follia. E in concomitanza con il deterioramento del rapporto tra i due protagonisti, assistiamo impotenti anche al ribaltamento dei concetti di giusto e di sbagliato, di colpa e di perdono, di giustizia e di vendetta che sfoceranno in un finale amaro e impossibile da dimenticare. Un viaggio agli albori del nazismo in un racconto pubblicato per la prima volta in America nel 1938, che si presenta oggi a noi come una oscura profezia rimasta allora inascoltata e che ci pone interrogativi ai quali dare una risposta diventa difficile e doloroso; sarà inevitabile chiedersi "Sarei stato Martin o sarei stato Max?". Giacomo Bollini e Giulia Zambonelli hanno pensato anche quest’anno a un testo per onorare con gli amici della Bottega dell’Elefante la giornata della Memoria.


Katherine Kressman Taylor, Destinatario sconosciuto, Milano Bur 2006, trad. Ada Arduini, prima edizione originale in Story, 1938.

GALLERIA SCHULSE-EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA

12 novembre 1932
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Mio caro Martin, sei ritornato in Germania! Come ti invidio! Anche se non ci vado dai tempi della scuola, subisco ancora il fascino di Unter den Linden: la grande libertà intellettuale, le discussioni, la musica, lo spensierato cameratismo. E ora il vecchio spirito Junker, l’arroganza prussiana e il militarismo sono scomparsi. Sei rientrato in una Germania democratica, una terra dalla cultura profonda che sta vivendo gli inizi di una straordinaria libertà politica. Sarete felice, ne sono certo. Quanto a me non sono molto allegro. La domenica mattina mi accorgo di essere uno scapolo solitario senza alcun obbiettivo. Ora la mia casa delle vacanze si è trasferita al di là dell’oceano. La grande vecchia villa sulla collina, tu che mi accogli dicendo che ora che ci siamo ritrovati tutto è tornato come prima! E la nostra cara allegra Elsa che esce sorridendo, mi stringe la mano e grida "Max, Max".(…) E poi quei tuoi magnifici ragazzi, soprattutto il bellissimo Heinrich: prima che riesca a rivederlo sarà di certo diventato un uomo. (…) Certo hai fatto bene a partire. Nonostante i tuoi successi non sei mai diventato americano e ora che gli affari vanno così bene, hai dovuto ricondurre in patria i tuoi bei ragazzi, perché ricevano un’ educazione. Gli affari continuano ad andare bene. La signora Levine ha comprato quel piccolo Picasso al nostro prezzo e la vecchia signora Flashman è incerta su quella orribile Madonna. Nessuno si è preso la briga di dirle quale sia il quadro più brutto della sua collezione perchè sono tutti ugualmente orrendi. Sento la mancanza della tua grande abilità nel vendere quadri alle vecchie matrone ebree. Io riesco a convincerle della validità dell’investimento, ma solo tu riuscivi a disarmarle con quel tuo straordinario approccio spirituale alle opere d’arte. E poi non si fiderebbero mai di un altro ebreo. Ieri ho ricevuto una lettera deliziosa da Griselle. Mi scrive che presto sarò orgoglioso della mia sorellina. E’ la protagonista di una nuovo commedia teatrale a Vienna e le recensioni sono ottime.(…) Mi ha chiesto di te Martin, in modo molto cordiale, senza amarezza. E’ un sentimento che svanisce in fretta quando si è giovani come lei. Sono passati pochi anni e di quella ferita è rimasto soltanto il ricordo; ovviamente la colpa non è di nessuno dei due. Queste cose sono come temporali passeggeri: in un attimo scoppiano tuoni e fulmini poi spunta di nuovo il sole. Non ho scritto a Griselle che sei tornato in Europa, ma se tu ritieni che sia il caso lo farò. Sono passati quattordici anni dalla guerra! Che lunga strada hanno percorso le nostre nazioni da quegli amari anni. Lascia, mio caro Martin, che ti abbracci idealmente ancora una volta. E con i miei saluti più affettuosi a Elsa e ai ragazzi resto il tuo affezionato, Max.

SCHLOSS RANTZENBURG
MONACO-GERMANIA
10 dicembre 1932
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Mio caro vecchio Max, l’assegno e le fattura sono arrivati puntualmente. Non c’è bisogno che mi mandi dei resoconto così dettagliati degli affari: sai benissimo che approvo totalmente il tuo modo di gestirli, poi qui a Monaco sono davvero molto occupato. Ci siamo sistemati, ma che confusione! Era da tempo che avevo in mente questa casa e l’ho comprata a un prezzo ridicolo. Trenta stanze e quasi dieci acri di parco. Però ti farebbe dispiacere vedere com’è povero oggi questo mio triste paese. (…) e sembra incredibile ma abbiamo dieci domestici allo stesso stipendio dei due che lavoravano per noi a San Francisco. (…) Quanto a Elsa…che bello scherzo! So che ne riderai con me. Le ho comprato un letto gigantesco, grande due volte uno matrimoniale, con un enorme baldacchino. Ho dovuto far confezionare la lenzuola su misura.(…) Elsa continua a ridere, e la sua vecchia Grossmutter se ne sta lì, scuote la testa e borbotta "Nein Martin, nein. Tu l’hai comprato e adesso devi fare attenzione, altrimenti lei ingrasserà tanto da riempirlo" "Ja" le risponde Elsa "altri cinque maschi e ci starò dentro bella comoda." (…) Per la famiglia di Elsa le cose non vanno troppo bene. I suoi fratelli sono tutti professionisti ma anche se sono molto rispettati devono vivere ammucchiati in una casa. Ci considerano miliardari americani anche se ne siamo ben lontani. Ma il nostro reddito da oltreoceano ci fa sembrare ricchi. Il cibo migliore costa molto e ora c’è una grande instabilità politica, anche se è presidente Hindenburg, un liberale che ammiro profondamente. Alcune vecchie conoscenze mi stanno già spronando a occuparmi dei problemi amministrativi della città. Ci penserò sopra. Se diventerò un’autorità locale potremmo trarne sicuramente beneficio. Quanto a te, Max, …tròvati una bella mogliettina grassa che ti soffochi di attenzioni e ti faccia trovare il buon umore. Questo è il mio consiglio ed è un buon consiglio,anche se mentre ti scrivo mi viene da sorridere. Mi dici di Griselle: che bello sentire che quella cara ragazza ha il successo che si merita! E’ una donna che non fa e non dà nulla alla leggera! Ahimè caro Max…sai bene che non mi è stato facile prendere quella decisione ma c’era Elsa e i bambini, non avrei potuto fare una scelta diversa. Eppure per Griselle provo ancora una tenerezza che non svanirà, anche molto tempo dopo che si sarà sposata o avrà trovato un amante più giovane. Vorrei che tu le mandassi il nostro indirizzo. Vienna è così vicina che per lei sarà come avere una casa a portata di mano. E poi Elsa ignora cosa c’è stato tra di noi. Devi dirle che deve farsi assolutamente viva. Elsa mi ha chiesto di mandarti un abbraccio e anche Heinrich vuole dire ciao allo zio Max. Caro Maxel, ti pensiamo sempre, con profondo affetto, Martin.

GALLERIA SCHULSE-EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
21 gennaio 1933
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Mio caro Martin, mi ha fatto piacere mandare il tuo indirizzo a Griselle. Che gioia quando vi verrà a trovare! Sarò con voi nello spirito, con lo stesso affetto che proverei se potessi unirmi a voi di persona. Mi parli della povertà del tuo paese.Anche qui non ce la passiamo affatto bene ma non abbiamo le vostre privazioni. Per quanto ci riguarda, siamo fortunati io e te, che la galleria abbia un tale successo. Naturalmente la nostra clientela sta acquistando di meno che un tempo, ma anche se comprassero la metà di prima potremmo starcene tranquilli. Gli oli che mi hai mandato sono ottimi e i prezzi straordinari: potrò ricavarne un profitto eccezionale in un colpo solo. E ho venduto quell’orribile madonna! Solo tu puoi capire quanto sia felice che si sia portata via quell’orrore. Ahimè Martin, spesso mi vergogno del piacere che traggo da questi insignificanti piccoli trionfi. Tu sei in Germania nella tua casa di campagna, con tutte le tue ricchezze dispiegate sotto gli occhi dei parenti di Elsa e io qui in America a gongolare perché sono riuscito s imbrogliare una vecchietta frivola rifilandole una mostruosità. Che bel risultato per due uomini di quarant’anni! Mi sento sempre in colpa, ma poi continuo a comportarmi così. Siamo nella stessa barca: vanitosi e disonesti perché abbiamo bisogno di rivalerci su altre persone vanitose e disoneste. Se non avessi venduto quell’orribile madonna alla signora Flashman, qualcuno gliene avrebbe rifilata una peggiore. E’ inevitabile, e dobbiamo accettarlo. Ma c’è un luogo in cui possiamo sempre trovare qualcosa di autentico: il focolare di un amico, dove poter condividere le nostre piccole preoccupazioni, trovare calore e comprensione, dove meschini egoismi sono inconcepibili e dove vino, libri e chiacchiere danno un significato diverso all’esistenza. Allora sappiamo di aver conquistato qualcosa che nessuna falsità può corrompere e ci sentiamo a casa. Ma dimmi, chi è questo Adolf Hitler che sta diventando sempre più potente in Germania? Non mi piace quello che leggo su di lui. Abbraccia i tuoi pargoletti e la nostra rotonda Elsa da parte del tuo sempre affezionato Max.

SCHLOSS RANTZENBURG
MONACO-GERMANIA
25 marzo 1933
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Caro vecchio Max, avrai naturalmente sentito parlare di ciò che sta accadendo in Germania e vorrai sapere come la pensiamo noi che possiamo giudicare dall’interno. A essere sincero, Max, credo che in molti sensi Hitler possa essere un bene per il paese, ma non ne sono del tutto sicuro. Ora è diventato capo effettivo del governo: immagino che nemmeno Hidenburg potrebbe privarlo del potere, dal momento che è stato costretto a insediarlo. Quell’uomo è come una scossa elettrica, energico come lo può essere soltanto un grande oratore e un fanatico, ma a volte, mi chiedo se sia sano di mente. Le sue camicie brune appartengono alle classi più basse, si danno al saccheggio e hanno cominciato a organizzare pestaggi di ebrei. Ma forse sono soltanto episodi minori, la schiuma che emerge in superficie quando qualcosa sta bollendo in pentola. In effetti, amico mio, è in atto una rivoluzione. La sfiducia di un tempo è stata messa da parte, la gente non si nasconde più dietro la vergogna: ha ricominciato a sperare. Forse questa povertà avrà fine. Accadrà qualcosa ma non so cosa. Abbiamo trovato una guida! Eppure a volte esito e mi chiedo: una guida che condurrà dove? Spesso l’eccessiva disperazione può spingere a imboccare la strada della follia. Naturalmente non esprimo apertamente questi dubbi. Ora sono un pubblico ufficiale, lavoro per il nuovo regime e devo esibire il mio assenso. Tutti noi pubblici ufficiali ostentiamo l’entusiasmo più vivo e ci siamo iscritti in fretta al partito nazionalsocialista, così si chiama il partito del signor Hitler. C’è la sensazione che la Germania abbia finalmente trovato il suo destino e che il futuro ci stia venendo incontro come un’onda che tutto travolge. Dobbiamo muoverci anche noi, dobbiamo assecondarla anche se accadono cose ingiuste. La storia sta scrivendo una pagina completamente nuova. Però ora mi chiedo, quello che posso domandare a te e a nessun altro: il fine è giusto? Stiamo davvero lottando per un futuro migliore? Tu sai, Max, che da quando sono qui ho avuto sotto gli occhi questo mio popolo, ho visto quali sofferenze ha dovuto patire. Erano intrappolati nelle sabbie mobili della disperazione, immersi fino al mento. Poi, appena prima che giungesse la fine, è arrivato un uomo che li ha tratti in salvo. Oggi tutto quello che sanno è che non moriranno. Sono in preda ad un delirio di felicità, lo venerano quasi. Dio voglia che stiano seguendo con tanto entusiasmo una vera guida e non un angelo della morte. Soltanto a te, Max, posso dire che non lo so. Non lo so. Eppure, continuo a sperare. Ma ora basta con la politica. Ci stiamo godendo la nuova casa e diamo molte feste. Stasera abbiamo a cena il sindaco con altre ventisette persone: forse stiamo un po’ esagerando ma non biasimarci. Elsa ha un vestito nuovo di velluto blu ed è terrorizzata che non sia abbastanza largo. E’ di nuovo incinta. Ecco come fare felice una moglie, Max: tenerla così impegnata con i bambini da non avere tempo di lamentarsi. Il nostro Heinrich ha avuto un grande successo mondano. Mentre se ne andava in giro con il pony è stato disarcionato ed è stato soccorso nientedimeno che dal barone von Freishe. Hanno avuto una lunga conversazione sull’America e la prossima settimana Heinrich andrà a pranzo da loro. Quindi, amico mio, forse avremo anche noi una parte in tutti questi grandi eventi, magari soltanto per fare i piccoli interessi della famiglia ma senza dimenticare l’autenticità di quell’amicizia di cui tu parli in modo così commovente. I nostri cuori si uniscono al tuo al di là dell’oceano e quindi riempiamo i bicchieri a brindiamo allo "zio Max", con tanto affetto, Martin.

GALLERIA SCHULSE-EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
18 maggio 1933
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Caro Martin sono davvero preoccupato per tutte le novità che arrivano dalla madrepatria, quindi è naturale che mi rivolga a te per chiarirmi le idee sulle notizie contrastanti che arrivano. Sono certo che la situazione non è tremenda come vogliono farci credere. I nostri giornali però concordano sul fatto che si tratta di un terribile pogrom. So che le tue idee liberali e il tuo animo generoso non tollerano alcuna malvagità e che mi dirai sempre la verità. Il figlio di Aaron Silbermann è appena tornato da Berlino e a quanto sento, l’ha scampata per un pelo. Ha raccontato di aver visto cose poco piacevoli: gente frustata, forzata a bere a denti stretti bottiglie di olio di ricino e morta dopo ore di lenta agonia con le viscere esplose. Forse queste cose sono vere e forse, come hai detto tu, sono anche la schiuma crudele che galleggia sulla superficie. Ahimè, per noi ebrei è una storia triste, che conosciamo bene ed è incredibile che qualcuno debba subire l’antico martirio oggi, in una nazione civile. Scrivimi, amico mio, e tranquillizzami. Griselle mi scrive che le hanno offerto un altro grosso ruolo a Vienna e forse anche a Berlino, per l’autunno. Parla soprattutto di quest’ultimo, ma le ho risposto di aspettare finchè non sia passata quest’ondata di antisemitismo. Naturalmente sta usando un altro nome non ebraico (Eisenstein non andrebbe comunque bene per il teatro) ma non è il nome che tradirebbe la sue origini. I suoi lineamenti, la sua gestualità, la sua voce calda sono quelli di un’ebrea, a prescindere dal nome, e se questi pregiudizi hanno acquisito una certa forza è meglio che in questo momento lei non vada in Germania. Perdonami amico mio per la lettera così breve e distratta, ma se non mi rassicuri non riesco a pensare ad altro. Scrivimi al più presto. Rinnovo le mie più affettuose dimostrazioni di amicizia e fedeltà a te e alla tua famiglia e rimango il tuo affezionato, Max.

DEUTSCH – VOLKISCHE BANK
MUNCHEN
9 luglio 1933
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Caro Max, come vedi scrivo dalla carta da lettere della mia banca. Si è reso necessario perché ho una richiesta da farti e vorrei evitare la nuova censura che è molto severa. Per il momento, dobbiamo smetterci di scriverci. Per me è impossibile intrattenere una corrispondenza con un ebreo, anche se non avessi una posizione ufficiale da tutelare. Se si rendesse indispensabile comunicare, dovrai evitare di scrivermi a casa e allegare la lettera alla ricevuta bancaria. Per quanto riguarda i gravi avvenimenti che ti hanno sconvolto, anche a me all’inizio non piacevano affatto, ma poi ho dovuto ammettere che si rendevano dolorosamente necessari. La razza ebraica è un problema scottante per ogni nazione che la ospiti. Io non ho mai odiato un ebreo in particolare; ti ho sempre considerato un amico, ma tu sai che parlo in tutta sincerità quando dico che ti ho voluto bene non perché eri ebreo, ma nonostante tu lo fossi. L’ebreo è il capo espiatorio universale. Se è così un motivo ci sarà. Ma questo problema degli ebrei è soltanto un dettaglio: sta accadendo qualcosa di più importante. Se potessi mostrarti la rinascita della nostra nuova Germania sotto la guida del nostro amabile Fuhrer! Il mondo non può opprimere per sempre un grande popolo e tenerlo sottomesso. Per quattordici anni abbiamo chinato la testa, sconfitti, ma ora siamo uomini liberi! Possiamo risorgere in tutta la nostra potenza e tenere la testa alta. Purifichiamo il nostro sangue da tutti gli elementi impuri. Attraversiamo cantando le nostre valli con i muscoli gonfi pronti per affrontare una nuova sfida e dalle montagne ci rispondono le voci di Wotan e Thor, le antiche e possenti divinità della razza germanica. Ma no. Mentre scrivo sono certo che tu non capirai il mio entusiasmo. Tu vedrai soltanto che la gente sta patendo. Non puoi capire che per salvarne milioni, alcuni devono soffrire. Tu sei soprattutto un ebreo e piangerai per il tuo popolo. Lo capisco. Gli ebrei sono fatti così. Vi lamentate ma non siete mai abbastanza audaci da combattere. Ecco perché ci sono i pogrom. Ahimè, Max, so che tutto questo ti rattristerà, ma devi capire. Le rivoluzioni sono molto più importanti degli uomini che le scatenano. Per quanto riguarda me, io ne faccio parte. Heinrich è ufficiale nella brigata giovanile del barone Von Freische che viene spesso a far visita a Elsa: la ammira moltissimo e le sue visite nobilitano la nostra casa. Elsa non si occupa molto di politica, a parte adorare il nostro amato Fuhrer. Mi dispiace che la nostra corrispondenza si chiuda così, Max. Forse un giorno potremmo incontrarci di nuovo su un terreno di maggior comprensione. Come sempre il tuo affezionato Martin Schulse.

GALLERIA SCHULSE-EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
1 agosto 1933
Herrn Martin Schulse
( per mano di J. Lederer)
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Martin, mio vecchio amico, ti mando questa per mano di Kimmy Lederer, che si fermerà qualche giorno a Monaco. Dopo la lettera che mi hai spedito, non riesco a trovare pace. Non sembra scritta nemmeno da te e posso attribuirne il contenuto soltanto al tuo timore della censura. L’uomo a cui ho voluto bene come a un fratello, il cui cuore è sempre stato traboccante di simpatia e amicizia non può prendere parte, nemmeno in modo passivo, al massacro di persone innocenti. Credo e prego che sia così e che mi risponderai soltanto con un semplice " sì", senza fornirmi nessuna spiegazione, che per te potrebbe essere pericolosa. Questo mi darà la prova che stai recitando una parte per tutelare i tuoi interessi ma che il tuo cuore non è cambiato. Questa censura, questa persecuzione a danno dei liberali, i roghi nelle biblioteche e la corruzione nelle università ti farebbero infuriare, anche se in Germania nessuno avesse nemmeno osato sfiorare un rappresentante della mia razza. Vedi le cose a lungo termine. So bene che non ti farai trascinare in questa follia da un movimento popolare che anche se forte, ha tanto di negativo. So che la persona che mi ha scritto non è il mio amico e che scoprirò ben presto che a parlare sono soltanto la voce della prudenza e dell’interesse. Attendo con ansia la parola che mi metterà il cuore in pace. Scrivimi presto il tuo "sì". Affettuosi saluti a tutti, Max

DEUTSCH – VOLKISCHE BANK
MUNCHEN
18 agosto 1933
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Caro Max, ho avuto la tua lettera e la risposta è "no". Sei un sentimentalista. Non capisci che gli uomini non sono tutti modellati sullo stesso stampo? Attribuisci a ciascuno una bella etichetta, come ad esempio quella di "liberale" e poi ti aspetti che si comportino in un certo modo. Ma hai torto. Allora io sarei un liberale americano? NO! Io sono un patriota tedesco. Un liberale è un uomo che non crede nell’azione. Si limita a riempirsi la bocca parlando di diritti dell’uomo. Gli piace sproloquiare di libertà di parola; e che cosa sarebbe la libertà di parola? Solo il diritto di starsene seduti a testa alta ad affermare che quello che fanno gli uomini d’azione è sbagliato. Che cosa c’è di più frivolo di un liberale? Io lo so bene, perché lo sono stato. E’ una persona che condanna un governo debole, perché non attua alcun cambiamento ma quando sale al potere un uomo forte, un uomo d’azione, e inizia a cambiare le cose, cosa fa il liberale? Si dichiara contrario. Gli uomini che contano sono soltanto quelli d’azione. Non voglio farmi trascinare dalla corrente. Voglio sbarazzarmi di una vita piena di parole e priva di fatti. Offro la mia schiena e le mie spalle a questo nuovo cambiamento. Io sono un uomo perché agisco. Tu dici che perseguiamo i liberali, che bruciamo i libri. Svegliati: il chirurgo che asporta un cancro dà forse prova di questo sentimentalismo dolciastro? Taglia nel vivo, senza provare emozioni. Siamo crudeli, certo che lo siamo. Il parto è un atto brutale: e anche la rinascita tedesca lo è. Cosa vuoi saperne tu, che te ne stai lì seduto a sognare. Non hai mai conosciuto uno come Hitler: è una spada sguainata. E’ come una luce accecante, ma calda di un nuovo giorno. Insisto: non scrivermi più, dobbiamo entrambi riconoscere che non andiamo più d’accordo. Martin Schulse

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
5 settembre 1933
Herrn Martin Schulse
c/o Deutsch Volkische Bank
Monaco, Germania
Caro Martin, accludo il tuo ordine di pagamento e la ricevuta del mese. E’ assolutamente necessario che ti mandi un breve messaggio. Griselle è a Berlino. E’ stata troppo imprudente, ma è così tanto che attende il successo che non vuole rinunciarvi e ride delle mie paure. Recita al teatro Koenig. Tu sei un pubblico ufficiale e ti scongiuro di badare a lei nel nome della nostra antica amicizia. Se puoi, vai a Berlino, e cerca di capire se è in pericolo. Ti irriterà constatare che sono stato costretto a togliere il tuo nome dalla denominazione della società. Tu sai bene chi sono i nostri principali clienti e che non toccherebbero nulla che provenga da una ditta con un nome tedesco. Non posso discutere il tuo nuovo atteggiamento ma tu devi capirmi. Non mi aspettavo che avresti preso le parti degli ebrei solo perché sono il mio popolo, ma poiché eri un uomo che amava la giustizia. Ti raccomando Griselle. Quella ragazzina non si rende conto del rischio che corre. Non ti scriverò più. Addio amico mio, Max.

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
5 Novembre 1933
Herrn Martin Schulse
c/o Deutsch Volkische Bank
Monaco, Germania
Martin, sono costretto a scriverti ancora. Ho un orribile presentimento. Non appena ho saputo che Griselle era arrivata a Berlino le ho scritto è lei mi ha risposto brevemente. Le prove stavano andando molto bene, lo spettacolo avrebbe debuttato presto. La mia seconda lettere conteneva più incoraggiamenti che raccomandazioni e la busta mi è stata restituita con un timbro che dice " destinatario sconosciuto". Quanta oscurità in queste parole! Come è possibile che sia sconosciuto? Di sicuro significa che le è successo qualcosa. Quel timbro dice che loro sanno cosa le è accaduto ma che io non posso esserne informato. Che lei è svanita in una specie di vuoto e che sarà inutile cercarla. Questo mi dicono quelle due parole. Martin, devo chiederti di trovarla e di aiutarla. Tu conosci la sua grazia, la sua dolcezza, la sua bellezza. Hai avuto il suo amore, che lei non ha concesso a nessun altro uomo. So che non dovrei nemmeno chiederti aiuto. E’ sufficiente che tu dica che qualcosa è andato storto, che lei è certamente in pericolo. Io sono impotente. La lascio nelle tue mani. Max.

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
23 Novembre 1933
Herrn Martin Schulse
c/o Deutsch Volkische Bank
Monaco, Germania
Martin, mi rivolgo a te per disperazione. Non ho la forza di lasciare passare un altro mese, quindi ti mando alcune informazioni relative ai tuoi investimenti. Potresti voler fare qualche cambiamento: in questo modo posso accludere la mia supplica con la ricevuta bancaria. Si tratta di Griselle, Sono due mesi che non so più nulla di lei e ora comincio a raccogliere qualche informazione. Lentamente, di bocca ebrea in bocca ebrea, arrivano notizie dalla Germania, storie così terrificanti che mi tapperei le orecchie. Devo sapere che cosa le è accaduto. Devo esserne certo. So che ha recitato a Berlino una settimana. Poi qualcuno del pubblico l’ha presa in giro, accusandola di essere ebrea. Quella cara ragazza è così testarda, così temeraria! Ha risposto tono a tono. Ha affermato con orgoglio che era vero. Allora un gruppo di spettatori le si è scagliato contro. Lei è corsa dietro le quinte. Qualcuno deve aiutarla, perché è riuscita a scappare e a trovare rifugio per diversi giorni in una cantina. In seguito si è camuffata il più possibile diretta verso sud nella speranza di rientrare a Vienna. Non ha osato prendere il treno. Ha lasciato detto a chi restava che cercava di raggiungere amici a Monaco e che lì sarebbe stata al sicuro. Io spero sia venuta da te, perché a Vienna non è mai arrivata. Fammi sapere Martin e se non è arrivata lì fa’ qualche discreta indagine, se puoi. Non riesco ad avere pace. Dio voglia che tu possa mandarmi qualche parola di speranza, Max

DEUTSCH – VOLKISCHE BANK
MUNCHEN
8 dicembre 1933
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Heil Hitler! Mi dispiace molto ma ho cattive notizie. Tua sorella è morta. Come avevi detto anche tu, sfortunatamente si è comportata proprio da stupida. Nemmeno una settimana fa è arrivata qui con un gruppo di SA alle calcagna. In casa c’era una grande confusione: da quando è nato il piccolo Adolf, il mese scorso, Elsa non è stata molto bene. Per fortuna ho aperto io. Prima ho pensato: è una vecchia; poi l’ho guardata meglio e mi sono accorto che le SA erano arrivate ai cancelli del parco. Potevo nasconderla? Avrebbe avuto una possibilità su mille; rischiavamo di imbatterci in una domestica. Potevo permettere che perquisissero la casa con Elsa a letto malata? Rischiando di perdere tutto ciò che ho costruito qui, rischiando di essere arrestato per un’ebrea? Naturalmente in quanto tedesco ho un solo preciso dovere. Quella donna aveva mostrato il suo corpo ebreo su un palcoscenico, davanti a giovani di pura razza ariana. Avrei dovuto trattenerla e consegnarla alle SA. Ma non ci sono riuscito. "Ci rovinerai tutti, Griselle" le ho detto. "Devi scappare e tornare nel parco". Lei mi ha guardato, mi ha sorriso ( è sempre stata una ragazza coraggiosa) e ha fatto la sua scelta. "Non ti farò alcun male, Martin" mia ha assicurato; è corsa giù per le scale e si è precipitata verso gli alberi. Ma doveva essere stanca. Non correva molto veloce e le SA l’hanno individuata. Non ho potuto impedirlo. Sono rientrato in casa e dopo pochi minuti lei ha smesso di urlare e la mattina seguente ho fatto spedire il corpo al villaggio per farla seppellire. Povera piccola Griselle. Condivido il tuo dolore ma non ho potuto fare niente per aiutarla. Ora devo chiederti di non scrivere più. Ogni parola che entra in casa viene censurata e presto potrebbero aprire anche la posta che arriva in banca. E poi non tratto affari con gli ebrei, tranne per le rimesse in denaro. Non è buona cosa per me che una ebrea abbia cercato rifugio a casa mia e non saranno tollerate altre eccezioni. Qui stiamo costruendo una nuova Germania. Presto mostreremo al mondo grandi cose sotto la guida del nostro Fuhrer. Martin

CABLOGRAMMA
MONACO 2 GENNAIO 1934
MARTIN SHULSE
TUE CONDIZIONI ACCETTATE
RAPPORTO DODICI NOVEMBRE
MOSTRA AUMENTO TREDICIPERCENTO
DUE FEBBRAIO CERTAMENTE QUADRUPLICATO
MOSTRA GENERALE PRIMO MAGGIO
PREPARATI A PARTIRE PER MOSCA
SE MERCATO APRESI IMPROVVISAMENTE
ISTRUZIONI FINANZIARIE SPEDITE
NUOVO INDIRIZZO

EISENSTEIN

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
3 gennaio 1934
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Carissimo Martin, non dimenticare il compleanno della nonna. L’otto compie sessantaquattro anni. Alcuni finanziatori americani forniranno mille pennelli alla nostra Lega dei Giovani Pittori tedeschi. La lega verrà finanziata anche da Mandelberg. Il 25, non prima, devi spedire alle filiali undici riproduzioni di Picasso, 20x90. Devono predominare i rossi e i blu. Per questa transazione al momento possiamo concederti 8000 dollari. Comincio a segnare i nuovi conti sul libro mastro N°2.
Caro fratello, le nostre preghiere siano con te ogni giorno, Eisenstein

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
17 gennaio 1934
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Caro fratello Martin, buone notizie! La nostra merce è arrivata al N°116 cinque giorni fa. I Fleishman hanno anticipato altri 10000 dollari, che copriranno per un mese la tua quota della Lega dei giovani pittori; però facci sapere se aumentano le opportunità. Le miniature svizzere sono molto di moda. Devi tenere d’occhio il mercato e stabilire di andare a Zurigo prima di maggio se si profila qualche opportunità. Zio Solomon sarà felice di vederti e so che tu ti fiderai ciecamente della sua opinione. Il tempo è bello e nei prossimi due mesi non si prevedono quasi temporali. Prepara per i tuoi studenti le seguenti riproduzioni: Van Gogh 15x103 rosso; Poussin 20x90 blu giallo; Vermer 11x33 rosso e blu. Seguiremo speranzosi le tue prossime fatiche. Eisenstein

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
29 gennaio 1934
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Caro Martin, la tua ultima lettera è stata consegnata per sbaglio al N°457 di Geary Street, stanza 4. La zia Rheba mi prega di dirti di scrivere in modo più breve e chiaro in modo che i tuoi amici capiscano meglio quello che dici. Sono certo che saranno tutti pronti per la tua riunione di familgia del quindici. Dopo tutte queste feste sarai stanco e forse quando andrai a Zurigo vorrai portarti dietro la famiglia. Tuttavia, prima di partire procurami le seguenti riproduzioni per la Lega dei giovani pittori tedeschi, in previsione della mostra generale di maggio, se non prima: Picasso 17x81 rosso; Van Gogh 5x42 bianco; Rubens 15x20 blu e giallo. Le nostre preghiere siano con te, Eisenstein

DEUTSCH – VOLKISCHE BANK
MUNCHEN
12 febbario 1934
Mr. Max Eisenstein
Galleria Schulse-Eisenstein
San Francisco, California, Usa
Max, mio caro amico, per l’amor di Dio, Max, lo sai cosa stai facendo? Sono costretto a cercare di contrabbandare questa lettera fuori di qui con l’aiuto di un americano che ho conosciuto. Mi rivolgo a te e sono così disperato che non puoi nemmeno immaginare. Quel cablogramma folle! E tutte quelle lettere che mi hai mandato. Adesso ne devo rispondere. Non me le hanno consegnate direttamente, ma mi hanno portato dentro, me le hanno mostrate, e mi hanno chiesto di rivelare il codice. Un codice? Come hai potuto, tu, amico di lunga data, farmi una cosa del genere? Ti rendi conto, non ti sfiora nemmeno l’idea che mi stai rovinando? La tua sconsideratezza ha già avuto conseguenze disastrose. Mi hanno detto che mi devo dimettere. Heinrich non fa più parte della brigata giovanile: gli hanno detto che può fargli male alla salute. Per l’amor di Dio, Max, capisci cosa significa? Ed Elsa, alla quale non oso raccontare niente, viene da me sconvolta a dirmi che gli altri pubblici ufficiali rifiutano i nostri inviti e che quando il barone Von Freische la incontra per la strada non le rivolge nemmeno la parola. Lo so perché lo fai, ma non capisci che non avevo altra scelta? Che cosa avrei potuto fare? Non ho osato. Ti scongiuro, non per me ma per Elsa e i ragazzi…pensa a che cosa potrebbe voler dire per loro se mi portassero via e non riuscissero a sapere se sono vivo o morto. Ma lo sai che cosa significa essere rinchiuso in una campo di concentramento? Mi metteresti contro un muro e caricheresti il fucile? Ti scongiuro di smetterla. Smettila ora, finchè non è ancora tutto perduto. Temo per la mia vita, Max, per la mia vita. Non riesco a credere che sia davvero tu a fare una cosa del genere. Non è possibile. Ti volevo bene come ad un fratello, mio vecchio Maxel. Per l’amor di Dio, non hai pietà? Ti scongiuro, Max, basta, basta! Smettila, finchè posso ancora salvarmi. Te lo chiedo col cuore colo d’affetto. Martin

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
15 febbraio 1934
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Carissimo Martin, qui sono caduti 21centimetri di pioggia in 28 giorni, che stagione! Questo fine settimana alla filiale di Berlino dovrebbe arrivare una consegna di 1500 pennelli per i tuoi pittori. Questo permetterà loro di esercitarsi prima della grande mostra. I finanziatori americani faranno in modo che arrivino tutti i materiali per gli artisti, ma sarai tu che dovrai prendere gli accordi finali. Non siamo abbastanza in contatto con il mercato europeo e tu sei nella posizione di stabilire il livello di successo che una mostra del genere potrebbe avere in Germania. Per il N° 24 marzo prepara per la distribuzione: Rubens 12x77 blu; Giotto 1x317 verde e bianco; Pussin 20x90 rosso e bianco. Il giovane Blum è partito venerdì scorso con i Picasso. Consegnerà gli oli ad Amburgo e Lipsia e poi si metterà a tua disposizione. Auguri. Eisenstein

GALLERIA EISENSTEIN
SAN FRANCISCO, CALIFORNIA, USA
3 marzo 1934
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
Caro fratello Martin, il cugino Julius ha avuto due maschi di quattro chili. La famiglia è felice. Diamo già per scontato il successo della prossima mostra. L’ultima spedizione di tele è stata ritardata a causa di problemi nel cambio internazionale ma arriverà ai tuoi soci di Berlino in tempo utile. Considera completata la collezione di riproduzioni. Il maggior successo lo dovresti avere con gli appassionati di Picasso ma non trascurare le altre categorie. Lasciamo tutti i dettagli finali alla tua discrezione, ma perché la mostra ottenga un successo sicuro dobbiamo anticipare la data. Che il Dio di Mosè sia alla tua destra. Eisenstein
Mittente
Galleria Eisenstein
San Francisco, California, U.S.A
Destinatario
Herrn Martin Schulse
Schloss Rantzenburg
Monaco Germania
18 marzo 1934
Rispedita al mittente DESTINATARIO SCONOSCIUTO